Disponibile da Novembre 2023, il nuovo numero 63 di Sardegna Antica
Come suggerito dalla copertina questo nuovo fascicolo è in parte dedicato ad Aritzo con due lunghi articoli: uno sul suo bellissimo paesaggio archeologico e geologico di Alessandro Atzeni, e uno sulla sua ricca storia e tradizioni, a cura del sistema museale di Aritzo.
Segue la seconda parte dell’ articolo di Maurizio Feo sull’archeologia con precisi riferimenti ai monumenti e agli archeologhi sardi.
Lorenzo Scano ci rivela gli interessanti antefatti al famoso restauro sulle statue di Monti Prama a Li Punti, nei quali fu coinvolto in prima persona.
Maura Andreoni continua l’analisi degli elementi iconografici legati al mondo botanico presenti sulla bandiera italiana, incominciata nel precedente numero con l’olivo che, insieme alla quercia, cinge l’emblema che arricchisce il tricolore nella variante navale di Stato.
Il professor Antonio Assorgia ci farà conoscere i primi studi sul vulcanesimo in Sardegna, mentre Giovanni Enna stavolta indaga sul rapporto tra i famosi templari e la nostra isola.
Nello Bruno continua i suoi studi linguistici analizzando il sostrato arcaico dei dialetti sardi che svela relitti semitici.
Peppino Pischedda ci parlerà di Vincenzo Sulis, patriota sardo e vittima dei Savoia, Giovanni Graziano Manca ci farà conoscere il progettista della cattedrale di Nuoro, Fra Antonio Cano, e Gian Gabriele Cau ci svelerà il contenuto di due epigrafi nelle chiese di San Pietro di Sorres e San Pietro di Oschiri.
Infine il commosso ricordo di Giacobbe Manca per una cara amica della Sardegna, la regista e antropologa friulana Cristiane Rorato.
Segue la seconda parte dell’ articolo di Maurizio Feo sull’archeologia con precisi riferimenti ai monumenti e agli archeologhi sardi.
Lorenzo Scano ci rivela gli interessanti antefatti al famoso restauro sulle statue di Monti Prama a Li Punti, nei quali fu coinvolto in prima persona.
Maura Andreoni continua l’analisi degli elementi iconografici legati al mondo botanico presenti sulla bandiera italiana, incominciata nel precedente numero con l’olivo che, insieme alla quercia, cinge l’emblema che arricchisce il tricolore nella variante navale di Stato.
Il professor Antonio Assorgia ci farà conoscere i primi studi sul vulcanesimo in Sardegna, mentre Giovanni Enna stavolta indaga sul rapporto tra i famosi templari e la nostra isola.
Nello Bruno continua i suoi studi linguistici analizzando il sostrato arcaico dei dialetti sardi che svela relitti semitici.
Peppino Pischedda ci parlerà di Vincenzo Sulis, patriota sardo e vittima dei Savoia, Giovanni Graziano Manca ci farà conoscere il progettista della cattedrale di Nuoro, Fra Antonio Cano, e Gian Gabriele Cau ci svelerà il contenuto di due epigrafi nelle chiese di San Pietro di Sorres e San Pietro di Oschiri.
Infine il commosso ricordo di Giacobbe Manca per una cara amica della Sardegna, la regista e antropologa friulana Cristiane Rorato.
Sommario
- Paesaggio di Aritzo: Tra Preistoria, Storia e Geologia – Alessandro Atzeni
- Is Montalgios: eccellenze dei montanari – a cura del Sistema Museale di Aritzo
- Dove va l’archeologia (seconda parte) – Maurizio Feo
- Memoria di un recupero – Lorenzo Scano
- L’albero degli alberi – Maura Andreoni
- Vulcanesimo in Sardegna, i primi studiosi – Antonio Assorgia
- I templari nelle crociate e in Sardegna – Giovanni Enna
- Migrazioni lessicali, sfondo semitico arcaico dei dialetti – Nello Bruno
- Vincenzo Sulis, patriota sardo – Peppino Pischedda
- Fra Antonio Cano, progettista della cattedrale di Nuoro – Giovanni Graziano Manca
- San Pietro di Sorres (1221), San Pietro di Oschiri (1609): Epigrafi – Gian Gabriele Cau
- Il Friuli di Cristiane Rorato – Giacobbe Manca
