Ha preso il via anche in Sardegna il progetto dell’Unione Italiana Sport per Tutti (UISP) “Archeogiocando: coprogettazione di percorsi sportivi nei siti archeologici per la fruizione attiva del patrimonio culturale”.
Il progetto ha valenza nazionale ed è finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali nell’ambito della legge 383/2000 – F/2013. Le iniziative previste, da realizzarsi nelle Scuole Secondare di 1° grado, coinvolgeranno circa 500 ragazzi di nove località italiane: Aosta, Brescia, Fabriano, Gorizia, Matera, Ardauli, Perugia, Taranto, Trapani.
Obiettivo del progetto è quello di mettere a punto, attraverso un ciclo di laboratori sperimentali, una proposta educativa nuova, capace di favorire la valorizzazione e fruizione attiva del patrimonio culturale da parte dei giovani, basata sulla coprogettazione di percorsi sportivi nei siti archeologici del territorio.
L’idea è quella di proporre ai giovani, dai 10 ai 14 anni, modalità di fruizione del patrimonio culturale più stimolanti e motivanti, in particolare quella di esplorare le potenzialità dei siti archeologici del proprio territorio come spazi di aggregazione a carattere sportivo oltre che di interesse prettamente culturale, e di farsi attori di una progettazione dei percorsi sportivo-culturali negli stessi siti.
Gli sport scelti saranno anche frutto di una ricerca sugli sport delle origini (come il tiro con l’arco, la corsa, il salto in lungo), che sarà condotta a scuola come parte integrante del percorso laboratoriale. Laddove possibile, le attrezzature sportive saranno realizzate dagli stessi ragazzi.
Il sito prescelto per la Sardegna è quello della Tomba Dipinta di Mandras di Ardauli (OR), ipogeo funerario caratterizzato dalla presenza al suo interno di singolari elementi pittorici in ocra.
L’ipogeo di Mandras, pluricellulare dalla planimetria articolata, si apre alla base di un affioramento di tufo trachitico: accanto ad esso è presente il chiaro tentativo, probabilmente coevo, di escavazione di una seconda grotticella.
Al suo interno coesi- stono, oltre a quelle che richiamano semipilastri e finte nicchie, le rappresentazioni dipinte di due tipologie di soffitti: ellittica nell’anticella, a uno oppure a due spioventi con lati brevi arrotondati nella cella principale.
Il soffitto dell’anticella è segnato da sei travetti dipinti di rosso tre per lato che convergono verso una banda circolare appena visibile, interpretabile, forse, come il sistema di legatura dei travetti. Il soffitto della cella principale mostra invece la rappresentazione del tetto a uno oppure a due spioventi con lati brevi arrotondati reso da fasce di colore rosso. L’impatto più emozionante viene dal motivo dipinto “a reticolato” presente sulla parete d’ingresso e in parte su quelle laterali della cella principale, ottenuto con fasce orizzontali e verticali di colore rosso.
Il motivo a “reticolato”, allo stato attuale delle ricerche, per le dimensioni eccezionali e soprattutto per il fatto di essere reso tramite pittura, costituisce un unicum. Questa schematizzazione riprodurrebbe, pur con le riserve che s’impongono in assenza di confronti sicuri, l’intelaiatura delle pareti laterali della capanna preistorica costituita da pali sistemati sia in senso verticale sia orizzontale.
Non è escluso che all’interno della nostra domo de janas possano essere presenti altri elementi simbolici non più visibili a occhio nudo, soprattutto nella cella principale.
La Tomba di Mandras, sita superficialmente, non lontano dalla superficie esposta alle intemperie dell’affioramento, versa purtroppo in una situazione d’estremo pericolo, a causa di infiltrazioni
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