di Roberto Manconi
Anche a giudicare dai soli poveri resti superstiti, era certo una tomba di giganti notevole, non tanto per le dimensioni quanto per l’importanza scientifica.
Attualmente, blocchi sporadici e pochi ortostati evocano un cenno dell’arco frontale che delimita l’esedra e alle spalle ciò che resta del tumulo; frammenti della stele frontale con cornice, sparsi lì davanti – non coerenti – attestano la sua arcaicità, mentre un grosso parallelepipedo ben lavorato, dall’apparente ruolo d’architrave “caricaturale”, mostra al centro della base un incavo: una sorta di archetto scalpellato, basso e appena marcato, la cui posizione richiama l’accesso alla camera.
Al suo colmo, nello spessore, l’insolito blocco appare lavorato con una lieve cuna nella lunghezza e nella larghezza, evidentemente predisposta per accogliere blocchi sovrastanti di forma congruente, così come si vede nelle tombe “a filari” ben lavorate.
Il parallelepipedo ha lati arrotondati e appare ricollocato in modo approssimativo. Ora è inclinato verso il retro e poggia al suolo sulla terra: dunque non è in situ come taluno ha ritenuto; inoltre la sua presenza attesta una vicenda non univoca del monumento arcaico, che fu ripreso con diverse tecniche in antico e ancora spogliato forse per effetto delle chiudende dalla prima metà dell’Ottocento.
Per intendere il basso varco indicato come l’ingresso alla camera, è necessario ipotizzare anche dei sottostanti e combacianti piedritti di stipite, magari affossati. In verità, al disotto di questo blocco essi non ci sono e dunque tutti i dubbi sono confermati e accrescono il pensiero sulla incongruenza di questo concio con l’ultimo ingresso apprestato nella tomba.
L’incavo è certo in linea con l’asse della camera tombale retrostante e tuttavia, dalla casistica e dalla logica, è lecito credere che l’apparato d’ingresso doveva, comunque, essere attrezzato diversamente, sia nella fase arcaica sia nelle successive ipotizzate, come si può ben desumere dalla situazione superstite e dalla casistica conosciuta…
LEGGI L’INTERO ARTICOLO NEL N° 49 IN EDICOLA
Sul finire del XX secolo, nuove tecnologie si sono affacciate sempre di più nel mondo…
Disponibile da Maggio 2025, il nuovo numero 66 di Sardegna Antica In copertina La torre…
Note storiche Nel percorrere la costa sarda, siamo incuriositi dalla presenza imponente delle torri, per…
Le enormi potenzialità sviluppatesi con la ricerca genetica sul DNA Antico hanno già permesso nuove…
La regione storica Anglona, nel Nord della Sardegna, si gloria della presenza di numerosissime e…
Tra il nuraghe Ui e le tombe di giganti di Madau La torre secondaria del…