In 3000 anni di storia Sumeri, Accadi, Babilonesi e Assiri esprimono la loro grande tradizione mitologica e religiosa attraverso migliaia di testi cuneiformi che ci offrono un quadro molto ampio e complesso della loro letteratura. Il termine Mesopotamia (fra i fiumi), indica la terra fra i bacini idrografici dei gran- di fiumi Eufrate a ovest e Tigri a est.
In questo territorio si sviluppa precoce- mente quel fenomeno poi chiamato “Rivoluzione neolitica”: domesticazione di piante e animali, rapida aggregazione urbana: prima piccoli villaggi e poi formazione di grandi città.
Le condizioni ottimali per la coltivazione dei cereali di- pendevano dal regime delle precipitazioni atmosferiche che in questo territorio erano e sono insufficienti, dunque fu necessario ideare grandi opere di irrigazione e canalizzazione artificiali per attingere l’acqua dai due fiumi.
Queste abilità presumono l’intervento di personaggi con capacità organizzative e di comando, che daranno origine a società controllate e guidate da caste dominanti.
Quella società stratificata poneva al centro del potere il “Tempio” o il “Palazzo”, che immagazzinano scorte alimentari, materie prime e prodotti artigianali, la cui distribuzione alla comunità è controllata e pianificata.
Ora nasce l’esigenza di tenere i conti, codificare e prendere nota di movimenti, merci e beni. Il materiale usato per liste e annotazioni amministrative sono l’argilla e lo stilo, materiali abbondanti nel Paese del limo e delle canne.
A questo scopo sono ideati, già a partire dal Neolitico (10.000 anni fa), piccoli gettoni d’argilla (contatori) che servono per comunicare informazioni precise su quantità e qualità dei prodotti e delle risorse. Questo sistema durerà a lungo, almeno per 5000 anni, fino ad arrivare alla semplice scrittura su tavolette piane di argilla fresca e il loro scopo rimane a lungo nell’ambito dell’amministrazione e della contabilità.
Quando finalmente scrittura e operazioni contabili si separano, intorno al 2700-2600 a.C., si compongono testi storici, religiosi, legali, scolastici e letterari, inclusa la poesia. In particolare, si ha una sorprendente fioritura della letteratura.
La tradizione orale, elaborando riflessioni approfondite, è fissata con la scrittura in componimenti di grande respiro, profondità e pregio letterario. Nascono i miti nei quali gli uomini creano risposte: gli dei e i loro conflitti, l’origine del mondo e dell’uomo, la creazione dell’universo, tale da assicurarne il perpetuo funzionamento, il senso della vita, le disgrazie, i problemi posti dal male, l’inevitabilità della morte.
La Mesopotamia, terra dei Sumeri prima e degli Accadi di origine semita poi, è popolata da mille e più divinità, il mondo è il loro dominio e gli uomini sono sudditi, servitori.
Esse possedevano, amministravano e governavano come re. Un pantheon sterminato, popolato sia dagli dei principali, fondatori e protettori delle città-stato, sia da un gran numero di divinità minori a protezione d’ogni attività umana, dal lavoro del contadino e dell’artigiano, coi loro attrezzi, alle funzioni del sovrano.
Gli dei erano visti come esseri superumani, dotati di poteri ultraterreni, ma anche di tutti i difetti di uomini e donne.
Erano immaginati come esseri possenti e di enorme statura; erano intelligenti e astuti, anche se potevano essere ingannati; garanti della giustizia e dell’ordine costituito ma capaci di azioni discutibili o im morali; pativano lo sconvolgimento delle passioni, della gelosia, dell’odio e della lussuria, i morsi del- la fame e della sete come gli esseri mortali.
Le divinità più importanti erano l’espressione della natura e dell’ordine cosmico. Il dio supremo, An, “l’In Alto” o “Cielo”, governava la parte superiore dell’Universo.
Enlil “Signore dell’Atmosfera”, sovrano del Mondo di Mezzo, dove vivono gli uomini, cioè la Terra coperta dalla Sfera Celeste, sospesa sulle acque primordiali e percorsa dai soffi dei venti cosmici, alito vitale della Terra stessa.
Enki “Signore dell’Apsu”, l’abisso di acqua dolce, l’oceano sotterraneo che regge l’intero universo (in pratica, la Mesopotamia), è il mediatore fra la sfera divina e l’umanità: è benevolo, giusto, intelligente, lungimirante, creativo, scaltro e ragionevole, è il dio più vicino al genere umano, somigliante all’uomo ideale e perfetto.
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